DISCRIMINAZIONDIGENERE

aprile 3, 2024

Una persona mi racconta un aneddoto che doveva essere divertente e far sorridere invece si ribella tutt’altro ho detto rivela bene allora era in automobile a un certo punto in lontananza scorge un posto di blocco una pattuglia di carabinieri una donna giovane in divisa lo ferma con la paletta d’ordinanza e si accorge che poco prima lui si è messo in fretta la cintura per essere colto in regola lei gli chiede documenti controlla e poi gli riferisce che si era perfettamente resa conto del gesto riparativo della cintura agganciata all’ultimo momento lui le dà della balena ho detto  balenga con la g …non può dimostrarlo è la sua parola contro quella della carabiniera.

A questo punto interviene il collega carabiniere attempato che riconosce la persona fermata alla quale si addebita un’infrazione soggetta a sanzione. Lo saluta e gli dà del cretino per essersi fatto beccare senza cintura. Ora lascio indovinare al lettore cosa possa essere successo dopo come possa essere andata a finire quale sia stato l’epilogo. All’italiana. Dunque il carabiniere anziano in un certo senso stringe l’occhio al conoscente. Lo sbeffeggia ma sovrapponendosi alla collega carabiniere giovane che intendeva applicare il codice e la sanzione corrispondente liberandolo con vai sciò sparisci. Non vi pare che l’interferenza sia riprovevole?

Consideriamo che lei stava facendo il suo lavoro in maniera precisa aderente al codice. Lui in deroga alle regole non applica il codice. In più mette in secondo piano lei e la umilia. Io procederei per discriminazione di genere nonnismo e atteggiamento mafioso. Primo stadio? Non importa.

GEMMA

febbraio 3, 2024

Assente da un po’ da qui Mi rivolgo ai miei cari lettori per confortarli Ci sono ci sono e ho una storia nuova e giusta per questo blog da scodellare ancora fumante si chiama Gemma come il nome della protagonista tutta sdentata abituata a una vita frugale col suo vestito scamiciato degli anni 80 due bottoncini verso il collo a v e sotto un pile con la cerniera il collo alto come porterebbe una ragazza o un ragazzo senza distinzione e sotto ancora la maglia di lana col bordino un po’ traforato tipo Pizzo cotone sulla pelle ma Gemma ha una connotazione di genere molto forte ha ancora i capelli lunghi abboccolati cammina come una ballerina con un braccio rivolto al mondo di lato per bilanciarsi perché sennò le gambe larghe Non basterebbero

È diventata la mia consulente in fatto di pre buju n il composto di erbe selvatiche che può finire come contorno o ripieno dei ravioli liguri mi dice sì sì sono tutte buone ma non le guarda mica tanto perché sono in un sacchetto non trasparente e io mi fido del mio YouTube le ho raccolte lungo la crosa Ma oooo non ho dettato YouTube ho detto e scandito intuito.

Le dico andiamo un attimo al sole a parlare e mi racconta del suo matrimonio di come ha incontrato suo marito che abitava vicino a sua sorella e il cognato insomma che la seguiva e si appostava per incrociarla E perché lei lo vedesse sulla sua strada come fosse per caso… Non sto a dilungarmi su l’impressione che mi fa questo racconto a distanza di 70 anni un uomo non giovanissimo cerca la fidanzata e segue dei criteri precisi per identificarla la accalappia la illude sul suo futuro sereno di moglie e madre tanto è vero che questa storia finisce con il ricordo ossessivo di un matrimonio i cui festeggiamenti si sono svolti in casa e non in trattoria come voleva la madre della sposa con la presenza non preventivata della sorella dello sposo sgradita ai più una certa Carmen detta la partigiana Che ebbe sempre da discutere con la madre per il suo comportamento estremo per la libertà che incarnava.

Quando la famigerata sorella arrivava in casa della coppia Gemma la nuora che si occupava amorevolmente della suocera si trasferiva dalla madre. Gemma racconta scene di vita ride a bocca aperta sottolineando che per quelle scenette di vita familiare c’era parecchio da ridere così allora si consolavano e poi aggiunge sempre rabbuiandosi… ma… c’era un problema. Quante volte Gemma si è ripetuta queste frasi?! Con una si aiuta a superare con ilarità e senso dell’umorismo delusioni e traumi e con l’altra ammaestra sé stessa nei confronti della dura realtà subita.

Quell’uomo che aveva cominciato a corteggiarla con determinazione diventò dopo diversi anni dal matrimonio il padre del suo unico figlio Che tuttora la accudisce. La considerazione è che il racconto di una persona di 90 anni contiene indizi inequivocabili degli intrecci affettivi: bastano poche sillabe per delineare un quadro. Per ricostruire un’esistenza.

Per non arrivare al dato più agghiacciante in riferimento alla conclusione di una vita come per quella anziana docile signora che tra le braccia del figlio ancora molto lucida pochi minuti prima di spirare chiese a lui che non era sufficientemente attrezzato per risponderle: Ma dimmi se ho veramente vissuto perché a me non pare.

Il tramonto il racconto di Gemma il sacco delle arance portate a casa per la spremuta dei giorni successivi Sono solo alcuni dei tasselli che compongono per chi lo guarda da fuori questo ricco variegato mosaico. Una fotografia in parte sbiadita della vita. Quando le donne erano davvero sotto stretto controllo.

DOPPIO SOGNO BLABLA

novembre 28, 2023

Intanto saluto le mie amiche -ine che mi fanno solo piacere se mi chiamano -etta. Loro possono farlo, senza destare sospetti o irritazione. Mi pare chiaro!

Sogno di venerdì. Una motocicletta ha un rimorchio: un divano di velluto giallo oro su cui giacciono indisturbati in 3. La moto va tranquillamente per le vie della città. Broooom broooom.

Sogno di lunedì. Torno a scuola in compresenza con un collega con cui ho un rapporto di solidarietà e intesa su tutti i fronti: piena armonia senza picchi. Sappiamo che abbiamo questo impegno congiunto ma girelliamo per una casa non nostra siamo ospiti forse della preside o di una collega annoiata stanca col suo twin set e la collana di perle. Suona una sveglia. Caspita, dobbiamo essere in classe alle otto e sono le nove e un quarto lui va in bagno e io cerco il secondo bagno sperando che abbia la vasca mentre apro la porta formulo la mia preghiera no non c’è sì c’è con le piastrelle a fiori giallo arancio. Anni ’70.

Ma ho trascurato un dettaglio importante: nella casa sono sparsi frammenti di un orologio d’acciaio femminile quadrante bianco ovaloide squadratino maglie alternate ovali e rettangolari a riprenderne le linee. Incrocio lui e soppeso l’orologio vado verso di lei che sta pigramente a una scrivania ingombra di carte e le porgo una catenella ornamento che si è staccata dal bracciale mentre nell’altra mano tengo nascosto a pugno ma non troppo il resto dell’orologio e tornando da lui per uscire dall’appartamento e finalmente incamminarci verso la scuola, ne mangio un pezzo come se fosse un cioccolatino. È metallico è duro ma i miei denti lo sgranocchiano senza difficoltà sa solo di metallo lucido..

Lui recrimina distrattamente sugli 8.04 o 8.11 € che gli scaleranno dallo stipendio per l’ora mancata. Non lavorata insomma. Io mi cruccio un po’ per l’occasione persa di discorrere con gli studenti. Ma si ripresenterà presto.

Sembra un viale parigino. Camminiamo lentamente. In un’atmosfera ovattata.

Datato. Lo pubblico prima di seguitare con un sogno più recente.

QUELLI DELLA PAOLETTA

novembre 16, 2023

Se mi chiamano Paoletta comincio a preoccuparmi.

SE QUESTO FOSSE UN FORUM

novembre 9, 2023

Proporrei i seguenti ulteriori temi di discussione: il senso del dovere e il valore del sacrificio nella società in rapporto con l’effettiva realizzazione di sé nel medio e lungo periodo, sulla base di ben ragionati motivi e parallelamente all’importanza di riconoscere impulsi e desideri.

Ah ma allora questi post in bozza che occhieggiano dall’archivio sono proprio (im)pertinenti! Conviene riprenderli tutti; sono in embrione e rimangono lì indefiniti per mesi con le loro suggestioni sospese, in attesa di compiutezza. Questo incipit di chissà quanto tempo fa si presta per raccontare l’amara storia della faticosissima interazione tra due donne sorelle e con il di loro fratello superstite. Alt. Certe parole vanno soppesate. Donne? Donne. Sì, per la loro condizione anagrafica di adulte perché adulte e vecchie sono effettivamente diventate. Una ha rasentato gli ottantanove e l’altra aveva appena scavallato i novantanove, in coma da poche ore, in attesa purtroppo della fine. Ma c’è qualcosa di immaturo che accompagna la loro vita reciproca…

La vita della donna non è completa se non genera figli? Quanto la maternità incide effettivamente sulla realizzazione della donna? E dell’uomo? Cosa è cambiato nell’ultimo secolo? Davvero ci siamo liberate o liberati della scelta univoca e forzosa, fatte salve le eccezioni (che confermano la regola?) di donne nubili votate al servizio di assistenza in famiglia, libere, devote alla carriera o indirizzate alla reclusione in istituti religiosi? Delle nostre due eroine la più anziana rinuncia alla maternità pare. Di lei circola voce che non possa avere figli per una malformazione chiamata utero retroverso ma nessuno indaga sulla veridicità di questa ipotesi o sull’effettiva funzionalità dei gameti maschili implicati nell’eventuale concepimento, quelli del marito: gli anni ’40 e ’50 del secolo scorso non brillano nella storia della sociologia per aver (nemmeno) messo le basi della rivoluzione dei comportamenti sessuali i cui prodromi semmai risalgono a cinquanta anni prima. Tutto fermo o retrocesso. Solo nei ’60 riprende la corsa all’autodeterminazione della donna, che comunque vede un’ampia fascia di esponenti della categoria femminile schierarsi contro le sorelle ribelli. Le perfide donnette nemiche della donnacce… Per pudore, per sacro timore. Per convenienza. Insomma di due sorelle, una è sterile. Diremmo oggi che la coppia nel suo insieme risulta avere problemi di fertilità. Spesso risolvibili. L’altra nel giro di un annetto figlia. C’è un retroscena: la maggiore insuffla l’idea nella mente della minore che potrebbe esserci familiarità e se lei non ha avuto figli nemmeno la piccola ne avrà; la probabilità che sia sterile anche lei è enoooorme e la tiene sotto scacco così. Appesa ad un’angoscia indotta. All’epoca usava spendere la moneta della verginità. Le fidanzate ‘perbene’ arrivavano al matrimonio illibate perché ci credevano oddiiiiioooo credevano veramente che sarebbero state discriminate se avessero ceduto alle lusinghe del fidanzato che si mostrava desideroso del loro corpo e il gioco delle parti consisteva nel provocare una reazione ma lei doveva rimanere ferma e non cedere mai pena il decadimento della stima di lui e la fine del fidanzamento (il ripudio) con sputtanamento. L’uomo mette alla prova la donna che deve resistere all’assedio. Solo così meriterà di essere portata all’altare vestita di bianco candida e pura come una colomba un giglio la panna montata nooo quella è giallina e poi è montata quindi non va bene. Noi ragazzine negli anni ’70 ridevamo delle nostre madri beccaccione e stimavamo molto la mamma atipica di una amica che le aveva confessato Sai bisognava dire che non si cedeva, che non si faceva l’amore ferme le gambe ben chiuse, ma poi nell’intimità se c’era quella giusta intesa si andava d’accordo bum bum Il patto era: si fa ma non si dice si nega si nega sempre si fa e si nega Come si fa a rimanere così inerti? Mano nella mano qualche bacino a vent’anni come quelle povere oche credulone stupide inutili santerelline… Bisognava stare attente a non rimanere gravide questo certamente. A mali estremi estremi rimedi sempre esistito l’aborto l’obiettivo era comunque evitare di cascare nella trappola e negli anni ’60 c’era chi si procurava la pillola all’estero finché non è stata approvata e venduta nelle farmacie anche in Italia, a partire dal 1968. Ma chi la prendeva era stigmatizzata. Nei paesi nelle piccole realtà era impossibile era peccato affidarsi ai metodi contraccettivi. Tanto poi anche le figlie le mogli le sorelle dei benpensanti aderenti alla confessione cattolica andavano ad abortire a Londra a Losanna o presso le cliniche dei doppiogiochisti dottoroni famosi cucchiai d’oro…

La sorella sterile se l’era spassata per bene da ragazza senza controllo entrambe in realtà senza controllo questo era lo stile della famiglia una madre distratta e un padre impigliato nel lavoro in azienda… I 9 anni di differenza il carattere l’indole l’attitudine l’esuberanza di una e la timidezza dell’altra hanno fatto la differenza. La seconda si è autoregolata castrandosi ‘per non dare il dispiacere’ che la prima aveva dato ai genitori si inventava i divieti le amiche la invitavano al cinema programmavano un’uscita e lei diceva che avrebbe fatto una figura migliore lasciando credere e simulando che il suo babbo non voleva che uscisse. Perversa. Più dell’altra che aveva i bollori.

PASTROZZ&TRAQQUACC

novembre 7, 2023

Una volta (nel senso di qualche tempo fa) se vi capitava di vedere una persona col braccio sul pilastrino di un muretto per appoggiarci la fronte con la bocca rivolta a terra, pensavate che stesse vomitando. Oggi no, sapete che si ripara dalla luce del sole per guardare lo schermetto. Dolcetto o schermetto? Entrambi. Come nella trovata pubblicitaria più interessante degli ultimi anni. Suzuki Prima il piacere poi il piacere. Uno ripetuto che vale doppio, non uno che riduce o annulla l’altro.

Il disgusto che vi dà la vista di un volto vi porta a distogliere lo sguardo, a posarlo altrove, a non insistere, a non indugiare su quei tratti somatici che vi ricordano vicende agghiaccianti e squallidi camuffamenti.

Primo agosto del 2005 o forse 2004. Stintino, nella zona della Pelosa, è una meta ambita per le vacanze in tempo di bagni e la famigliola si installa in un appartamento comodo costituito da tre stanze da letto cucina bagni salotto e circondato da un bel giardino. La proprietaria della villetta villa villona villaccia villuccia abita di sopra e va regolarmente in bagno attorno alle sette e mezzo del mattino; naturalmente aziona lo sciacquone e la serie delle operazioni di svuotamento e riempimento avvengono con risucchio e fischio che svegliano chi ha il sonno leggero. Allora lei l’esponente femminile del trio, moglie e mamma di un marmocchio che sta dormendo così placidamente esattamente come il suo papà, ciascuno nella propria stanza, decide di uscire e si aggira per quello stesso giardino calpestando con passo di danza a scacchiera lastre di pietra che ne segnano i camminamenti. Ha in mano un telefono rosso con un’antennina sottile e rilegge alcuni messaggi. Squilla improvvisamente l’apparecchietto. Compare il numero di Faccia Disgustosa. In quel brevissimo tempo che passa dal richiamo sonoro accompagnato dalla vibrazione alla risposta la mente è attraversata da un pensiero sotto forma di ipotesi: sarà la zia che utilizzando il cellulare di Faccia Disgustosa vuole fare gli auguri al bambino, il nipotino che tutti i nonni vorrebbero avere… Così presto? Sono da poco passate le otto e il desiderio di testimoniare la propria presenza a quell’ora può essere giustificato solamente dal fatto che devono partire e vogliono sbrigare questa incombenza prima di dimenticarsene affinché non si dica che non sono attenti e affettuosi… potrebbero averne un ritorno: nell’economia della famiglia ogni mossa ha un significato politico con ricaduta mai trascurabile. No, non era la zia e non era una telefonata di cortesia. Faccia Disgustosa ha una voce penosa e inizia un discorso frammentato e delirante.

E ciao come stai ti disturbo no era perché ti volevo dire una cosa la sto dicendo a te solo a te eh e non l’ho detta a nessun altro bugia bugia bugia sì ecco ti volevo dire che mi ha telefonato anzi sì insomma mi ha chia… chiamato Gigi quel farabutto quel delinquente quel truffatore ti ha telefonato dimmi se ti ha telefonato no perché è successo che… è successa una cosa che mi ha proprio disturbato …ti ha chiamato? Agitatissimo, escalation. Ah no. Va bene no niente era solo perché ti volevo dire che se per caso ti telefona devi sapere che è un grande delinquente Un ricattatore un truffatore… è andato a tirare fuori cose vecchie morte e sepolte è passato a trovarmi in T. e si è portato dietro il suo scagnozzo il suo tirapiedi e io sai cosa ho fatto l’ho tenuto fuori quello e gli ho detto qui entri solo tu e ho schiaffato la porta in faccia a quell’altro che lo ha aspettato fuori Sì fuori… E lui ha cominciato a dirmi le solite vecchie porcate sonooostorievecchieeee Cosa vuoooole da me… lui e suo fratello ci hanno rovinato ci hanno ricattato tutta la vita cosa vogliono ancoooora… Vabbè alla fine se ne sono andati e io volevo dirti solo questo se ti telefona Non ascoltarlo è un farabutto è un delinquente uno sporco ricattatore. Naturalmente quello insiste con il patetico camuffamento ne ho parlato solo con te fai finta di niente Non dirlo a nessuno se ti telefona sai già che è un bugiardo farabutto…butto…bu.

Rimane delusa preferiva sentir parlare soavemente del bimbo che compie gli anni ed è irritata e amareggiata per aver subito la penosa intrusione di un parente squilibrato il giorno del compleanno del figlio al mare in un posto stupendo in un giardino incantato … rimane con qualche interrogativo senza il desiderio di dissiparlo subito perché come lo sciacquone che fischia poi tace, tutto si tranquillizza, e il grottesco di quella telefonata si spegne.

Dopo qualche settimana forse sei o sette Che vuol dire più di un mese ma meno di due lei parla con una persona della famiglia e dice: ho ricevuto una telefonata ben straaana …era tutto agitato… con la sua faccia disgustosa che non si vede al telefono – non era nemmeno il tempo delle videochiamate possibili con lo smartphone drammatico di là da venire… E il suo interlocutore le dice Ah anche a te ha chiamato stessa cosa a me esattamente stesse parole delirando su un ricattatore seriale e ricorrente nella sua povera vita angosciata e angosciante, poveri figli paravento, povera moglie. Ora bisognerebbe sapere (ed è il momento di disvelarlo) che il presunto ricattatore ha passato metà della sua vita da marito e padre di due figlie e l’altra metà della sua vita da gaio convivente di uomo più giovane traslocando in città rivierasca. Si dà il caso che la sorella di Faccia Disgustosa Abbia dichiarato apertamente ad altra interlocutrice (per sua natura mesta e portata a subire molte angherie…), alla dipartita del suddetto gaio ambivalente realista: MENO MALE CHE È MORTO. E alla scarsa reazione della povera ricevente: HAI CAPITOOOO …LO SAI COSA FACEVAAA VEROOOO?

Ora, amici miei, secondo voi cos’ha da nascondere Faccia Disgustosa? Perché si è agitato tanto? Come può essere che abbia vissuto nel terrore di essere scoperto… o nel perverso piacere (di essere scoperto), come quelli che fanno stupide marachelle di cui in fondo si vantano…come Unabomber e altri criminali che soffrono e vorrebbero liberarsi di un segreto in fondo in fondo… credo che rientri nella psicologia di questi personaggi…no? Una volta …nel senso di qualche tempo fa…grosso modo tra gli anni ’50 e ’60 si usava chiosare: Chi si sposa in fretta… è il tipico omosessuale praticante che vuole mascherare e mescolare le carte. Socialmente era importante contrastare i pettegolezzi le voci serpeggianti e evitare lo stigma.

Faccia Disgustosa si adoperava nel settore, dunque… Culetto Schermetto?

HO VISTO FUMARE UNA ROTOBALLA

ottobre 30, 2023

Un posto che t’annoia diventa con la nebbia un paradis, la gioia.

Mi dicono che a Milano è tornata la nebbia e questo forse è un invito alla lentezza. Rivedò un’intervista a Maria Lai piccina lenta curva dalla voce roca e al tempo stesso dolce dice una cosa che rivela non solo la sua gratitudine a chi la intervista dice così sono costretta a pensare a quello che ho fatto perché se me lo stai chiedendo vuol dire che interessa e molti mi chiedono anche perché l’arte fa sempre cose assurde Non c’è un perché L’arte esiste. Ho bisogno di silenzio di Pause totali che non durino tanto ma devo essere da sola in silenzio davanti all’opera e la interrogo la guardo guardo i fiori sono simmetria e ritmo ed è come trovare poesia per finire col ripetere che l’intervista è una costrizione a pensare e forse anche una rottura di scatole diciamolo cara Maria.

Il maestro di tango nel sogno è un Cristo e si immerge nella vasca in mezzo alla stanza rimane fuori solo col naso sembra in gelatina lucida trasparenza baffi di Stalin e più lunghi densi morbidi coprono il labbro superiore tutto mi ricorda qualcosa uno zingaro … metropolitano?

Il bambino cammina appena e ha un bel testolone. Il maestro di tango lo nonnizza, ci gioca per schiacciarlo.

Un sogno a sfondo mito-pedagogico.

AUTOSTOP COL MORTO

ottobre 25, 2023

Pioggia sui finestrini. Le gocce scorrono in obliquo e si ingrossano perché ne inglobano altre lungo il percorso. E questo è il treno. O l’auto, se si combina il viaggio.

“Ti prendo una macchinina, se vuoi…” Ho condiviso auto di tutti tipi nella vita. Il gesto è generoso ma l’utilitaria non si confà a una zia frugale con la vocazione per l’autostop. Grazie caro ma per me vedo solo un macchinone vecchio come ne abbiamo avuti tanti nel passato quelli da rimettere a posto e rivendere.. quelli vecchi che sono invecchiati un po’ con noi…

È possibile sì sì è possibile tornare dalla terapia intensiva alla degenza semplice in previsione di una dimissione. Vita lunga per di più agiata e non è ancora finita quando hai superato i 90 anni i figli tremano pensando che a 70 anni dovranno ancora accudirti e sono già vecchi loro e mentre Gillo Dorfles muore a 107 ti chiedi se anche tua madre può arrivare a quell’età condizionandoti la vita per carità con la sua nobile presenza per altri quindici anni difficile che ci arrivi camminando con le sue gambe la colf si trasformerà in vera conclamata badante infermiera (o per ulteriore comfort e privilegio a lei affiancherete una nuova professionale figura in bianco) e tu andrai a mangiare al suo desco da vecchio – due vecchi magri e piegati – una o due volte alla settimana scandendoti la vita residua e osservando la sua agli sgoccioli mentre sorbisci il suo brodo assumi la sua orata al forno con le tenere patate appena dorate altre verdure sempre di stagione e cotte a puntino per cui non puoi fare altro che complimentarti con la colf e ringraziare a capo chino. Ricorderai le botte da orbi che lei ti dava… E per tutti c’è il momento della verità. Non so se si chiami confessione. Razza di una vecchia tenace e fanatica vuoi ammettere sì o no che hai torturato i tuoi figli e anche il nipote?

Ammettiamo che ci siano diversi antefatti che portano la persona in questione ad essere torturatrice ma è responsabilità delle stessa frenare quell’effetto a catena e non utilizzare la storia come pretesto o giustificazione per continuare a fare del male il male che si è subito il male che ci esce dalle mani e dalla bocca con le parole che feriscono che torturano ammettiamo pure che queste donne ora decrepite abbiano subito da piccole da giovani costrizioni vissuto aberrazioni affettive chissà forse anche molestie sessuali fino agli abusi è arrivato il momento di raccontare signore mie vi vedo con le mani idealmente sullo scrigno dei gioielli dei denari degli zecchini d’oro dei conti in banca fuori controllo degli investimenti spericolati raccontate raccontate la vostra vita vera perché se no Noi possiamo solo cucire informazioni raccolte qua e là talvolta sbrodolate confessioni da parte di altri ancora interessati ma timorosi di fare luce e possiamo ipotizzare mettere insieme le mezze parole dei tanti altri testimoni che sono passati da noi a bussare per raccontare non è facile considerando che questi stessi soggetti al tempo stesso desiderano o desideravano dire e non dire parlare e depistare: un bell’ intrigo nelle famiglie! Perché frasi come Meno male in occasione della morte di un personaggio scomodo non possano essere più pronunciate.

Non so se ci siamo spiegati. La sceneggiatura è ricca!

Mettiamo insieme i pezzi del grande puzzle impazzito? Forza!

Prima che sia troppo tardi.

PQ

ottobre 24, 2023

Perversioni Quotidiane.

Oggi è successa una cosa grottesca ho dovuto abbandonare spento il telefono perché non carica o carica poco e non posso usarlo ad libitum

Mi accorgo che di fronte alla pagina su cui sto scrivendo queste note mi comporto come se fossi davanti allo schermetto cioè cerco un’icona da schiacciare da toccare dov’è il touch aiutooooo

Poi c’è una parola da allargare Ma la pagina non si allarga mi rassegno scrivo con la penna la mia grafia mi sorprende l’uso dello spazio o meglio della superficie mi è quasi alieno la parola deve essere compilata scritta tutta e non c’è un T9 che ti propone le parole che iniziano con la sillaba x e poi reggo la penna in maniera diversa l’agenda sulle cui righe sto prendendo appunti sta finendo getto le pagine consumate e prima le rileggo trascrivo ciò che ritengo meritevole di essere trattenuto qualcosa ho già messo nel blog o su Facebook e mi sembra che la sia più al sicuro! Illusione. Pia.

Più le persone vogliono nascondere qualcosa e più sono cattive.

BUFFI I DISONESTI

ottobre 14, 2023

Non so se sia per ingenuità ma certi ti raccontano i retroscena dei loro trucchi relazionali in pratica suggerendoti il loro modus operandi e se fanno così con altri, vantandosene perfino, per me rimane automatico che all’occorrenza faranno così con te! Boh. Se ne accorgono subito così mentre parlano dell’errore tattico o mai più?

Vediamo insieme un esempio. T. affitta appartamenti durante l’estate. Si riaffaccia un vecchio conoscente: Sì sì dice l’appartamento è libero e questo le racconta che ora ha un cane a cui badare e pure un gatto da accudire e che le dolci bestiole lo accompagnerebbero in vacanza… No non potevo dirgli che non tollero le bestie in casa per cui ho dato la colpa a mia sorella che “proprio non le vuole”. E ti torna in mente che pochi mesi fa ha attribuito a sua sorella un impedimento nei tuoi confronti o qualcosa di simile. Sorella sempre soccorrevole, anche se si oooodianoooo. Uh.

Sfogliano le pagine del calendario… e recupero le vecchie bozze di post giacenti in attesa di essere eliminati o pubblicati sul blog Per elencare una serie di coincidenze o la la numero 1 in un parco vedo una cosa nera tra l’erba penso ci giocavano dei bambini qui poco fa forse hanno dimenticato un pantaloncino un berrettino… Mi avvicino: è un coprisella di bicicletta nuovo di trinca e l’altro ieri è entrata in casa una nuova bici col sellino molto rovinato. Si vorrebbe trovare il tizio che l’ha perduto ma la probabilità che ripassi di lì è quasi nulla perché lui non sa dove gli è caduto… La vita è ricca di compensazioni!